Teatro greco-romano di Portigliola

Teatro greco-romano
Portigliola
Il teatro antico:

L'impianto generale del teatro risale, verosimilmente, alla metà del IV sec. a.C. ma l'edificio originale dovette subire un profondo rinnovamento durante l'epoca romana: di qui la definizione di teatro greco-romano. La conformazione geologica dell'area permise, per la costruzione del monumento, di sfruttare l'altura come sostegno per il koilon, con apertura a sud-est, verso il mare. La cavea, infatti, di forma semicircolare, si sviluppa nel pendio naturale della collina, con le file di gradini scavate nell'arenaria locale, detta mollis, la cui caratteristica peculiare è una grande friabilità che non ne favorisce la conservazione: per questo motivo, rimangono visibili meno di venti ordini, scanditi radialmente da sette klimakes in sette kerkides. Degli analemmata dovevano avere originariamente una funzione statica di contenimento della gradinata, ma non ne rimangono tracce per via dell'apertura di successive parodoi.

L'orchestra, ad oggi, si presenta in una forma quasi semicircolare e con un diametro inferiore ai 40 m; nella parte centrale, è stato ritrovato un blocco con un grande anello di ferro che, insieme agli incavi praticati intorno alla stessa orchestra, fa pensare ad una struttura atta a ospitare i vela, ovvero dispositivi utili a proteggere gli spettatori dal sole. La scena doveva essere articolata in “parasceni”, ovvero in un corpo di fondo, la skene, e due corpi avanzati laterali, i paraskenia, con un proskenion costruito in legno, del quale rimangono visibili gli incavi praticati sui blocchi anteriori della fondazione che dovevano accoglierne i sostegni. La frontescena doveva, invece, essere costruita con pilastri in legno, i cui intervalli dovevano essere ornati da pinakes.

Sulla base del rinvenimento di varie tipologie di antefisse a palmetta, sileniche e con paniskos, tutte databili al IV sec. a.C., si può considerare proprio il IV sec. a.C. come periodo di costruzione del teatro. Le ripetute modifiche apportate all'edificio durante l'età imperiale, poi, dimostrano la volontà di continuare a frequentare e adattare la struttura alle nuove esigenze, molto diverse da quelle per cui era stata costruita in età ellenistica, nonché le capacità economiche e la vitalità di Locri anche nel periodo tardoimperiale.

Bibliografia e sitografia:
  • Costamagna, L., Sabbione, C., Una città in Magna Grecia, Locri Epizefiri: guida archeologica, Reggio Calabria 1990.
  • Grillo, E., Antefisse dall’area del teatro di Locri Epizefiri, in R. Agostino, F. Pizzi, G. Speranza, Locri Epizefiri: il teatro riscoperto, Reggio Calabria 2020.
  • Mertens, D., Il dibattito, in Locri Epizefirii: atti del sedicesimo Convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto, 3-8 ottobre 1976, Napoli 1977, pp. 454-457.
  • Mitens, K., Teatri greci e teatri ispirati all'architettura greca in Sicilia e nell'Italia meridionale c. 350-50 a.C., Roma 1988.
  • Parra, M.C., Il teatro di Locri tra spettacolo e culto, in Annali della scuola normale superiore di Pisa, serie IV, vol. III, 1-2, Pisa 1998, pp. 303-322.
  • Todisco, L., Teatro e /theatra/ nelle immagini e nell'edilizia monumentale della Magna Grecia, in L. Todisco, Scritti di archeologia classica: architettura, scultura, ceramica figurata in Grecia, Italia meridionale e Sicilia, Bari 2011.